Michelangelo Carmeli, illustre cittadellese (1706-1766)

A 250 anni dalla morte, uno sguardo sulla vita e le opere di Michelangelo Carmeli, illustre cittadellese, primo docente di lingue orientali dell'Università di Padova e rappresentante di spicco della cultura del Settecento Veneto.

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Michelangelo Carmeli, di cui lo scorso anno sono ricorsi i duecentocinquant’anni dalla morte, non è un personaggio particolarmente noto e ai più suonerà probabilmente come sconosciuto; della sua importanza nel panorama culturale del Settecento veneto a Cittadella se ne era però consapevoli quando venne omaggiato con uno dei bassorilievi che ancora oggi possiamo ammirare sulla facciata del centralissimo Istituto “Girardi”, poi “Palazzo delle Associazioni”: recita infatti l’epigrafe «Zeno Carmeli, professore, figlio di Domenico e Fabia Pavini».

Per la riscoperta della figura di Carmeli siamo debitori del prof. Edoardo Ghiotto, che ringrazio per la disponibilità dimostrata. La sua tesi di laurea del 1964 costituisce tutt’oggi il principale contributo sul tema.

Zeno Carmeli nacque a Cittadella il 27 settembre 1706. Dell’infanzia e della giovinezza non si sa praticamente nulla, almeno fino ai diciassette anni quando lasciò la propria terra natale per entrare a far parte dell’Ordine Francescano: il 25 ottobre 1723 entrò infatti a far parte degli Osservanti (confluiti nel 1897 nell’Ordine dei Frati Minori) nel convento di Motta di Livenza, in provincia di Treviso, con il nome Michelangelo, dedicandosi poi dal 1725 agli studi di filosofia a Verona e di teologia a Padova sotto la guida di Geremia Mioni.

Fu in questo periodo che si misero in evidenza le attitudini per le lingue orientali, che portarono Carmeli a studiare greco a Roma con Giovanni de Luca ed ebraico con un rabbino di cui non ci è pervenuto il nome. L’attività di insegnamento iniziò a Cento, nel Ferrarese, per proseguire poi a Udine e a Padova, dove riprese gli studi linguistici. A Padova l’Ordine lo nominò, con una particolare dispensa vista la giovane età, Lettore di sacra teologia e Definitore (ovvero assistente del Ministro provinciale) il 10 settembre 1739; due anni dopo divenne socio dell’Accademia dei Ricovrati, l’attuale Accademia Galileiana. Nel 1744 i Riformatori dello Studio di Padova, nel tentavo di rilanciare l’università che da tempo ormai segnava il passo attirando sempre meno studenti stranieri, proposero al Senato veneto uno svecchiamento dei corsi e la creazione di una cattedra di lingue orientali:

Applicando Sue Eccze da introdurre nello Studio tutte le Facoltà, che tengono al presente onorato luogo negli altri Studi d’Europa, per mantenergli l’antica celebrità di nome, ed accrescergli il concorso da qualunque parte, furono soppresse alcune Cattedre giudicate superflue, e sostituite quelle della Storia ecclesiastica e Filosofia sperimentale. Al pari però di queste, e di quante altre sia stato giudicato bene di aggiungere, importantissima esser quella delle Lingue Orientali, ed in particolare della greca, che fu tenuta in piedi per sì lungo spazio, onde il rimetterla non sarebbe che restituire allo Studio un antico suo patrimonio.

La proposta si concretizzò il 9 aprile con un decreto che istituì una Schola Linguae Grecae, Hebraicae, caeterarumque Orientalium; l’11 aprile Michelangelo Carmeli venne designato primo professore del nuovo insegnamento nonché membro del Sacro Collegio dei Teologi.

Michelangelo Carmeli (1706-1766)

Con l’inizio della docenza nello Studio di Padova si avviò il periodo di lavoro più fecondo per il nostro autore che fino a quel momento contava poche pubblicazioni (soprattutto di carattere poetico) e comunque concentrate negli anni immediatamente precedenti, un Commentarius sul miles gloriosus di Plauto e la raccolta di poesie intitolata Filolipo. Accanto all’attività di docenza, tra il 1743 e il 1754 Carmeli portò a compimento la traduzione in venti tomi delle opere di Euripide a noi giunte, uno dei suoi lasciti più importanti; nel frattempo continuò la produzione di opere in versi, dedicate perlopiù a patrizi veneziani. Le traduzioni del Carmeli furono accolte con giudizi, provenienti da diverse parti d’Europa, talvolta entusiasti mentre in altri casi molto critici, che provocarono reazioni scritte da parte del religioso a difesa del suo operato. In ogni caso con la traduzione del corpus euripideo al Carmeli venne riconosciuto il merito di aver compiuto un’impresa titanica.

L’altra opera per cui Michelangelo Carmeli è ricordato è la Storia di Varj Costumi Sagri e Profani, pubblicata per la prima volta nel 1750, studio sull’origine di diversi costumi e tradizioni, una carrellata di esempi frutto di grande curiosità intellettuale. Esistono usanze né pagane né cristiane ma che appartengono alla stessa natura umana, mentre altre ebbero origine divina: inizialmente innocenti e pure, con la Caduta l’uomo le trasformò in costumi pagani riprovevoli, che solo il Cristianesimo riappropriandosene poté riportarli alla perfezione originaria (gli esempi più evidenti sono le simbologie dell’acqua e del fuoco). Ciò non vale in tutti i casi, quindi talvolta certi costumi “non recuperabili” vanno combattuti, ma anche in questi esempi Carmeli, pur condannando tali pratiche, ne studia l’origine in maniera indipendente. La Storia fa parte di un filone di studi già ricco, ma il Carmeli si distingue (ed è ancora oggi apprezzato) per la distanza dai toni solitamente di unilaterale condanna che caratterizzavano gli scritti sulle tradizioni popolari composti fino ad allora.

Dopo essere stato eletto il 2 maggio 1746 Ministro provinciale per la provincia di S. Antonio, nel 1753 Carmeli, a proprie spese e reperendo personalmente i fondi necessari, fece costruire nel convento padovano di S. Francesco Grande una nuova biblioteca, completata nel 1761. Nel frattempo l’anno precedente era stato nominato Commissario visitatore della provincia romana. La ricchezza e l’importanza della biblioteca di S. Francesco erano tali che già nel 1762 venne posta sotto la tutela dei Riformatori e la consultazione dei volumi venne aperta anche al pubblico. La biblioteca, che in origine conteneva circa ventiduemila volumi, ne perse molti dopo la soppressione del convento nel 1810; ciò che ne rimaneva venne trasferito nel 1836 nella Biblioteca Universitaria.

Ultima opera di una certa rilevanza è Il Concilio degli Dei, poema in quattro canti in versi greci e italiani, pubblicato nel 1756 e dedicato a Lorenzo Morosini procuratore di S. Marco. L’opera ancora una volta mostra grande erudizione e profonda conoscenza del greco da parte dell’autore, ma l’esercizio di scrittura sullo stile di Omero è l’unico elemento di vero interesse. Chiudono la produzione del Carmeli alcuni studi su testi biblici e le Dissertazioni varie filologiche, con alcune pubblicazioni postume. Non sono giunti a noi né i manoscritti non pubblicati né le lezioni universitarie tenute senza interruzioni dal 1745 al 1766.

Michelangelo Carmeli morì a Padova il 15 dicembre 1766, probabilmente a causa di una complicazione cardiaca, e venne sepolto nella chiesa del convento di S. Francesco. Girarono voci di una morte causata da avvelenamento ad opera degli stessi frati, ipotesi infondata e dimostratasi falsa. Gli studiosi e i biografi che negli anni successivi ebbero a che fare con l’opera del Carmeli (il profilo biografico più rilevante venne pubblicato a Padova nel 1799 da Francesco Fanzago) lo descrivono con ammirazione come uno dei più importanti intellettuali veneti del suo tempo; nonostante ciò la sua figura finì per essere dimenticata, anche a causa della preferenza per il mondo intellettuale laico nei successivi studi sul Settecento veneto.

Opere di Michelangelo Carmeli

  • Ragionamento sopra l’aurora boreale apparsa la notte del dì 16 dicembre 1737, in Raccolta d’opuscoli scientifici e filologici, a cura di Angelo Calogerà, vol. 18, Venezia, 1737, p. 464.
  • I Panegirici di san Pietro d’Alcantara e del beato Giuseppe da Lionessa cappuccino, Venezia, 1738.
  • Accad. Patav. in militem gloriosum Paluti Commentarius, et ejusdem fabulae interpretatio italicis versibus concinnata, Venezia, 1742.
  • Il Filolipo, Venezia, 1742. Ristampa con alcune aggiunte Bassano, 1765.
  • Tragedie d’Euripide intere XIX con aggiunta di Frammenti ed epistole greco-italiane in versi, illustrate di annotazioni, col testo greco e colla traduzione, 20 tomi, Padova, 1743-1753.
  • Risposta ad una lettera di Giuseppe Torelli dall’opera intitolata Animadversiones in hebraici Exodi librum, et in grecam LXX. interpretationem, Padova, 1744.
  • Pro Euripide et novo eius Italico interprete Dissertatio, Padova, 1750.
  • Storia di Varj Costumi Sagri e Profani dagli Antichi sino a noi pervenuti, 2 tomi, Padova, 1750. Altre edizioni Venezia, 1761 e Vicenza, Neri Pozza, 2002, a cura di Domenico Isabella. Al secondo tomo si aggiunsero nel 1750 due Dissertazioni sopra la venuta del Messia e nel 1761 una Dissertazione sopra la pompa funebre nella morte del serenissimo Doge di Venezia e una Spiegazione perché Omero chiamo Nettuno Ενοσίχθων.
  • Oratio apologetica ad praeclarissimum magistrum et rectorem Cotuniani patav. Collegii Antonium Strategum, Padova, 1752.
  • Il Pluto, ossia il Dio della ricchezza. Commedia di Aristofane, Venezia, 1752.
  • Dissertazioni tre, Padova, 1756. Unite alla Storia di Varj Costumi Sagri e Profani nel 1761.
  • Il concilio degli Dei. Poema in versi greci ed italiani, in lode di S. E. Lorenzo Morosini eletto procuratore di S. Marco, Padova, 1757.
  • Spiegamento dell’Ecclesiastico sul testo ebreo, ossia la morale dell’uman vivere insegnata da Salomone, Venezia, 1765.
  • Spiegamento della Cantica sul testo ebreo, Venezia, 1767.
  • Dissertazioni varie filologiche, Roma, 1768.

Bibliografia

  • BERNO Massimo, Michelangelo Carmeli, in Storia di Cittadella. Tempi, spazi, gerarchie sociali, istituzioni, vol. 2, Cittadella, Edizioni del Comune di Cittadella, 2007, p. 1076-1077.
  • FANZAGO Francesco, Notizie intorno alla vita e alle opere del padre Michelangelo Carmeli, Padova, Penada, 1799.
  • GHIOTTO Edoardo, La figura e l’opera di carattere folclorico di Padre Michelangelo Carmeli (1706-1766), tesi di laurea, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Padova, a.a. 1963-1964.
  • GHIOTTO Edoardo, Michelangelo Carmeli, cittadellese, “Padova e la sua provincia”, a. 16 (1970), n. 3, p. 32-33.
  • GHIOTTO Edoardo, Una dissertazione inedita (1761) di Michelangelo Carmeli, professore nello studio di Padova, “Quaderni per la storia dell’Università di Padova”, vol. 8 (1975), p. 43-53.
  • GHIOTTO Edoardo, GHIOTTO Giorgio, MAGGIA Alessandro, Sulle cause di morte di Michelangelo Carmeli, “Acta Medicae Historiae Patavina”, vol. 26 (1979-80), p. 63-80.
  • GIORDAN Catia, Michelangelo Carmeli e la sua biblioteca, “Padova e il suo territorio”, a. 25 (2010), fasc. 146, p. 23-26.
  • MUTINI Claudio, Michelangelo Carmeli, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 20, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1977, p. 409-410.
  • REBELLATO Bino, Michelangelo Carmeli. Un precursore della «scienza» del folclore, in Amore di una terra. Cittadella e dintorni, Treviso, Santi Quaranta, 1990, p. 241-244.
  • VEDOVA Giuseppe, Michelangelo Carmeli, in Biografia degli Scrittori padovani, vol. 1, Padova, Minerva, 1832, p. 225-229.
  • VELUDO Giovanni, Michelangelo Carmeli, in Biografia degli Italiani illustri, vol. 5, Venezia, Alvisopoli, 1837, p. 497-500.