Uno sguardo sulla Banda musicale cittadellese: 1952-1957

Questo breve testo è una rassegna dell'attività della banda di Cittadella basata su un gruppo di carte di notevole interesse conservate assieme a una serie di partiture manoscritte presso il Complesso Bandistico "Ciro Bianchi".

Pubblicato nel periodico “Pro Cittadella”, anno 34°, n. 2 ottobre 2015, col titolo La banda musicale di Cittadella negli anni ’50 (articolo pdf)

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Si tratta di una serie di elenchi compilati dall’allora direttore della Banda Comunale Primo Stangherlin tra il 1952 e il 1957: la lettura di questi documenti permette non solo di ricostruire l’attività musicale di quegli anni, ma di disegnare uno spaccato della vita cittadellese, nelle sue manifestazioni pubbliche civili e religiose. Questo articolo rappresenta un primo accenno per una storia del complesso bandistico cittadellese su cui ho intenzione di lavorare.

La Banda di Cittadella affonda le proprie radici nella Società Filarmonica ottocentesca. Nel 1904 una nuova banda cittadina, guidata dal M° Luigi Trolli (di cui abbiamo a disposizione diverse partiture manoscritte, principalmente brani d’opera) e dal prof. Cesare Zambon tenne il suo primo concerto forte di un organico di circa trenta allievi; è però nel 1909, su iniziativa di mons. Emilio Basso, Arciprete di Cittadella, del M° Ciro Bianchi e dell’avv. Gavino Sabadin (che sarà poi sindaco di Cittadella negli anni della Grande Guerra), che si costituì il complesso bandistico che attraverserà tutto il Novecento e che, nonostante alcune chiusure e ricostituzioni, continua ancora oggi la propria attività.

Scioltasi durante le guerre mondiali, la Banda Cittadina si ricompose sempre attorno alla figura del direttore Ciro Bianchi. Dopo il suo ritiro – il maestro morì l’11 dicembre 1954 – assunse la direzione Primo Stangherlin, originario di Castelfranco Veneto, mentre presidente era il prof. Angelo Barin. Veniamo dunque agli anni dei documenti analizzati.1

Questi elenchi sono in molti casi firmati da Primo Stangherlin, da poco direttore, e dal presidente Angelo Barin; quasi tutte le carte del 1957 sono vidimate con il timbro “BANDA COMUNALE CITTADELLA”, sul primo programma e sul riepilogo delle manifestazioni del 1952 è apposto un timbro del Municipio di Cittadella. Si tratta quindi probabilmente di relazioni sulle attività svolte previste da convenzioni o accordi con l’Amministrazione comunale, anche in vista di eventuali contributi economici; la relazione del 1957 è l’unica in cui sono specificati i destinatari, l'”Ill.mo Sig. Sindaco”, il “Rev.mo Mons. Parroco” e il “Pres. della Banda Cittadina di Cittadella”: la relazione è particolarmente dettagliata e riporta non solo le esecuzioni della Banda, della Schola Cantorum (la Corale “G. Verdi”) e degli Amici della Musica di Cittadella, ma anche i nomi dei componenti dei gruppi e la loro presenza a prove ed esibizioni, un notevole lavoro statistico che mostra una grande attenzione e cura nello svolgimento delle attività musicali da parte del direttore.2

Componenti e gruppi musicali

Nel 1957 la Banda Cittadina era composta da 49 elementi: Angelo Baggio, Antonio Beltramello, Francesco Beltramello, Angelo Bernardi, Severino Bernardi, Bruno Berton, Giovanni Bertoncello, Attilio Bizzotto, Giuseppe Bonaldo, Giuseppe Bonaldo, Pietro Bonaldo, Claudio Brustolin, Giuseppe Calderaro, Andrea Cecchetto, Pietro Cocco, Angelo De Rossi, Antonio De Rossi, Emilio De Rossi, Giuseppe De Rossi, Giuseppe De Rossi, Sante De Rossi, Umberto De Rossi, Valentino De Rossi, Michele Fabrizio, Celestino Ferraro, Ido Guidolin, Ivano Guidolin, Angelo Lago, Francesco Lago, Angelo Liviero, Giuseppe Mabilia, Federico Nichele, Antonio Pelegatti, Angelo Pierobon, Arnaldo Pierobon, Pietro Pierobon, Antonio Sicuro, Luciano Sicuro, Paolo Sicuro, Umberto Sicuro, Enzo Tessarolo, Antonio Tombolato, Remigio Tommasin, Gino Zanatto, Giovanni Zanco, Tarcisio Zanin, Giovanni Zurlo, Giuseppe Zurlo, Pietro Zurlo.

La Schola Cantorum contava invece 30 coristi: Antonio Baggio, Giovanni Bonaldo, Giovanni Bordignon, Giuseppe Brotto, Romano Casale, Andrea Cecchetto, Luigi Cecchetto, Giuseppe De Rossi, Arnaldo Faldani, Luigi Ferronato, Giuseppe Gelain, Mario Giacobbo, Luigi Liviero, Antonio Marin, Antonio Mendo, Giuseppe Mendo, Pietro Mendo, Angelo Palladini, Arnaldo Pierobon, Virginio Pierobon, Gaetano Reginato, Giovanni Sgarbossa, Luigi Simeoni, Angelo Streliotto, Arnaldo Svegliado, Mario Toniolo, Angelo Tosetto, Gavino Trevisan, Mario Pio Trevisan, Giovanni Volpato.

Il gruppo Amici della Musica era infine composto da 12 persone: Pietro Cocco, Elda Del Fante, Michele Fabrizio, Elda Giaretta, Lino Mabilia, Federico Nichele, Gino Passuello, Angelo Pierobon, Pietro Rossi, Primo Stangherlin, Giuseppe Tessarolo, Pietro Zurlo.

Dal 21 marzo di quell’anno un coro di voci bianche venne affiancato al coro adulto, senza indicazione dei nomi dei componenti.3

Fra gli anni considerati, il 1957 è l’unico di cui si hanno i numeri complessivi delle attività dei gruppi diretti da Primo Stangherlin. La Banda Cittadina in quell’anno svolse 81 prove e 27 uscite, per un totale di 108 giorni; il direttore calcolava che la presenza media era di 27 musicisti, quindi poco al di sopra del 50%. La Schola Cantorum contava invece 44 prove e 34 messe, per un totale di 78 giorni, con una presenza media di 21 coristi, circa il 70%. Il coro di voci bianche svolse 57 prove – in parte assieme agli adulti – cantando a 9 messe, sempre insieme agli adulti, per un totale di 66 giorni. Si tennero infine 40 prove e 7 esecuzioni dell’ensemble Amici della Musica.

Manifestazioni e concerti

Uno degli aspetti di maggiore interesse quando si studia l’attività di un complesso bandistico, vista la sua natura di gruppo musicale di “servizio civico”, è la ricostruzione della vita della città attraverso le sue esibizioni e le partecipazioni a momenti di carattere pubblico. Le carte degli anni 1952-1957 non sono complete, ma permettono una buona ricostruzione dell’attività della Banda Comunale cittadellese.

Le attività musicali erano naturalmente molteplici. Uno spazio molto importante era riservato ai concerti, i cui programmi furono registrati in maniera dettagliata per tutti gli anni presi in esame. Elemento che differisce da quelle che sono le abitudini della bande attuali è il gran numero di concerti nel mese di agosto (oggi solitamente periodo di pausa); i concerti erano inoltre sempre all’aperto. Alcune manifestazioni erano fisse, come un concerto nel mese di maggio, il concerto per la festa della Madonna del Carmine in luglio (la presenza della banda cittadina è una tradizione mantenuta tutt’ora), un concerto a Ferragosto e uno alla fine dello stesso mese, due concerti in ottobre, uno a Fontaniva e uno in Piazza Pierobon, che assieme a piazza Scalco erano i luoghi privilegiati per le esibizioni. In alcuni anni un concerto era tenuto anche in occasione della festa di S. Giuseppe, il 19 marzo. Tra il 1952 e il 1957 la Banda Comunale di Cittadella tenne cinquantadue concerti.

Repertorio a parte, argomento che sarà trattato in seguito, due sono gli elementi che differiscono dalle pratiche odierne dei complessi bandistici: in sei anni non un concerto è stato tenuto in un luogo chiuso (chiese e teatri a Cittadella come altrove) e in conseguenza di ciò con il mese di ottobre la stagione concertistica era di fatto terminata, quindi niente concerti di Natale, che oggi rappresentano per molti gruppi l’evento principale dell’anno.

Non intendo indagare sui motivi di queste differenze, mi limito a due brevi considerazioni. In primo luogo Primo Stangherlin, come già Ciro Bianchi, era anche maestro di coro, formazione considerata naturalmente più adatta per le chiese; in periodi come quello natalizio è plausibile che lì si concentrasse l’attenzione del direttore (senza contare il fatto che c’erano suonatori-coristi). In secondo luogo in Teatro Sociale, sede per antonomasia della musica cittadellese, dal 1928 non si svolgevano più rappresentazioni e negli anni ’50 si trovava in stato di semi-abbandono, venendo restaurato solo nel 1968.4

In ogni caso, accanto ai questi motivi sfavorevoli verso i concerti al chiuso, il principale rimaneva il fatto che le sedi privilegiate dei concerti della banda erano le piazze.

Accanto all’attività concertistica si svolgevano i servizi propri di una banda civica, ovvero le cerimonie civili e religiose. Partendo da queste ultime, l’attività consisteva in processioni e cortei funebri (tradizione nel nostro territorio oggi perduta).

Dei sei anni considerati, il 1952 e il 1954 non sono completi perché non hanno le cerimonie ma solo i concerti: in queste carte non troviamo quindi un’attestazione della partecipazione – che sicuramente avvenne – ai funerali del M° Ciro Bianchi, che morì come sappiamo l’11 dicembre 1954. Nell’elenco del 1955 non sono stranamente presenti i funerali di mons. Emilio Basso, che eppure era morto l’8 ottobre di quell’anno, figura troppo importante per Cittadella per non ricevere l’intervento della banda cittadina. È invece registrata la “cerimonia incontro nuovo parroco”, ovvero Aldo Pesavento, che si svolse domenica 5 febbraio 1956.

Le processioni a cui la banda partecipava erano quelle del Mercoledì Santo (marzo-aprile) e del Corpus Domini (maggio-giugno). Dal 1955 si aggiunse la processione per la festa di S. Antonio il 13 giugno. Per la festa del Carmine (metà luglio) la banda teneva un concerto.

Le principali cerimonie civili erano, ieri come oggi, l’Anniversario della Liberazione del 25 aprile (con la cerimonia a volte spostata il 24 o il 26) e l’Anniversario del 4 novembre. Altre cerimonie abbastanza frequenti erano organizzate dalle associazioni dei combattenti e dei mutilati: la guerra era infatti finita da appena una decina d’anni.

Al di fuori dell’ambito patriottico, la banda partecipava alla sfilata di Carnevale (almeno nel 1953 e 1955), alla Festa del Patronato (1956 e 1957) e soprattutto alla Fiera Franca di fine ottobre per l’apertura della Mostra dell’Artigianato e per la tombola di beneficenza. La banda era inoltre presente in occasione della visita di missionari cittadellesi. Nel 1955 e nel 1956 un servizio venne svolto per Capodanno. Del tutto particolare è infine la manifestazione del 10 gennaio 1957, un’esibizione per le riprese da Cittadella di Telematch, trasmissione RAI condotta da Silvio Noto, Tenato Tagliani ed Enzo Tortora famosa per il gioco “L’oggetto misterioso”, che in quell’occasione venne peraltro indovinato.

Repertorio

Il repertorio concertistico della Banda Comunale di Cittadella non differiva da quello che poteva essere un tipico repertorio bandistico di quel periodo, composto in gran parte da pezzi d’opera. Molti degli spartiti erano curati dallo stresso Primo Stangherlin, che era un ottimo arrangiatore, o erano trascrizioni di Luigi Trolli o di Ciro Bianchi (ad oggi non ho notizia di partiture bandistiche del Maestro anche se è del tutto plausibile che in quarant’anni di direzione oltre che per coro abbia scritto anche per banda).

Per dare un’idea di ciò di cui stiamo parlando, questo è l’elenco – in ordine cronologico per data della prima rappresentazione – delle opere, operette e commedie da cui sono tratte le overture, i riassunti, gli intermezzi o altri brani eseguiti dalla Banda Comunale di Cittadella tra il 1952 e il 1957, una carrellata che mostra quanto era allora diffusa nella popolazione, di qualunque estrazione sociale, la conoscenza della musica operistica, letteralmente portata nelle piazze dalle bande, e il buon livello di questo gruppo musicale, che affrontava brani tecnicamente non semplici e in certi casi dalle sfumature molto delicate:

  • Gioacchino Rossini, L’Italiana in Algeri (1813);
  • Gioacchino Rossini, Il barbiere di Siviglia (1816);
  • Gioacchino Rossini La gazza ladra (1817);
  • Daniel Auber, La muta di Portici (1828);
  • Vincenzo Bellini, La sonnambula (1831);
  • Vincenzo Bellini, Norma (1831);
  • Gaetano Donizetti, Lucia di Lammermoor (1835);
  • Gaetano Donizetti, La favorita (1840);
  • Giuseppe Verdi, Nabucco (1842);
  • Giuseppe Verdi, I Lombardi alla prima crociata (1843);
  • Giuseppe Verdi, Giovanna d’Arco (1845);
  • Richard Wagner, Tannhäuser (1845);
  • Franz von Suppé, Poeta e contadino (1846);
  • Giuseppe Verdi, Macbeth (1847);
  • Richard Wagner, Lohengrin (1848);
  • Giacomo Meyerbeer, Il profeta (1849);
  • Giuseppe Verdi, Rigoletto (1851);
  • Giuseppe Verdi, Il trovatore (1853);
  • Giuseppe Verdi, La traviata (1853);
  • Charles Gounod, Faust (1859);
  • Giuseppe Verdi, La forza del destino (1862);
  • Georges Bizet, I pescatori di perle (1863);
  • Jaques Offenbach, La bella Elena (1864);
  • Franz von Suppé, Cavalleria leggera (1866);
  • Giuseppe Verdi, Aida (1870);
  • Georges Bizet, Carmen (1875);
  • Amilcare Ponchielli, La Gioconda (1876);
  • Pietro Mascagni, L’amico Fritz (1891);
  • Pietro Mascagni, Guglielmo Ratcliff (1894);
  • Umberto Giordano, Andrea Chénier (1896);
  • Pietro Mascagni, Iris (1898);
  • Franz Lehár, La vedova allegra (1905).
Programma di un concerto svoltosi a Castelfranco Veneto (TV) il 16 settembre 1956.
Programma di un concerto svoltosi a Castelfranco Veneto (TV) il 16 settembre 1956 (archivio del Complesso Bandistico “Ciro Bianchi”).

Sono esclusi dall’elenco altri arrangiamenti di brani per orchestra o pianoforte, come ad esempio le Danze ungheresi n° 5 e 6 di Brahms, l’Ave Maria e la sinfonia Incompiuta di Schubert o il valzer Sul bel Danubio blu di Strauss, e altri brani originali per banda. In sei anni un solo concerto, quello del 18 agosto 1957, si svolse insieme alla Corale “G.~Verdi”.

I brani originali per banda non erano numerosi, e si trattavano perlopiù di marce: in apertura si utilizzavano le cosiddette marce sinfoniche, scritte appositamente per concerti bandistici, e di tanto in tanto comparivano altre marce e inni. Caso a sé è il brano La campana di San Giusto, musicato da Colombino Arona nel 1915. Entrato presto a far parte del repertorio delle bande musicali e suonato ancora oggi nelle cerimonie di carattere patriottico, nei programmi del 1952-1957 in concerto è molto presente, ben tredici volte, spesso come brano finale: oltre al fatto che fra gli inni patriottici è sicuramente uno dei più orecchiabili, non va dimenticato che il 26 ottobre 1954 Trieste, tema della canzone, era tornata sotto la sovranità italiana dopo quasi dieci anni di amministrazione alleata. Nei programmi c’è infine un bel esempio di originale per banda con solisti, Sogni dorati di Vincenzo Giorgi, duetto originale per clarino in Si bemolle e cornetto in Si bemolle in partitura per banda, pubblicato nel 1934.

Programma dell'inaugurazione della Mostra dell'Artigianato durante la Fiera Franca di Cittadella del 1953.
Programma dell’inaugurazione della Mostra dell’Artigianato durante la Fiera Franca di Cittadella del 1953 (archivio del Complesso Bandistico “Ciro Bianchi”).

Sul repertorio da cerimonia non c’è molto da dire, essendo del tutto simile a quello dei complessi bandistici attuali: oltre agli indispensabili Inno di Mameli e La leggenda del Piave i brani più eseguiti erano La campana di San Giusto e La marcia del Grappa. Dai due programmi di processione del 1953 otteniamo un assaggio del repertorio religioso: Santa Rita di Sabatini, Sant’Antonio di Pancaldi, Noi vogliam Dio e Processionale Solenne di Vidale. L’unico programma di un funerale, quello dell’aviatore Torresini del 3 maggio 1953, riporta la celebre Marcia funebre di Chopin e, trattandosi di un combattente, La leggenda del Piave.

Conclusioni: verso una storia delle realtà musicali cittadellesi

La Banda Comunale di Cittadella è stata la realtà musicale con maggiore continuità nel Novecento e la sua storia è la storia della vita pubblica cittadellese. Accanto ad essa ci furono altre realtà musicali, una tradizione importantissima tra Ottocento e prima metà del Novecento, andata nei decenni successivi purtroppo perduta e solo in piccola parte recuperata all’inizio di questo nuovo secolo: la Corale “G. Verdi”, legatissima alla banda musicale, che con la direzione del M° Ciro Bianchi raggiunse una grande notorietà; la Società Filarmonica, da cui probabilmente dipendeva la banda cittadina prima dell’iniziativa parrocchiale del 1909; la Società del Teatro, che fece costruire il Teatro Sociale gestendolo con successo per un secolo; compositori e artisti (alcuni dei quali di livello internazionale); infine un grande repertorio musicale, scritto da cittadellesi o per i gruppi cittadellesi, in gran parte ancora da esplorare.

Come già sottolineato all’inizio, questa non è che una breve rassegna dell’attività di un gruppo musicale basato su un numero di fonti molto limitato, a cui potranno aggiungersi altre informazioni provenienti dagli archivi, dalla stampa e naturalmente dalle testimonianze dei (purtroppo pochi) musicisti di allora ancora presenti: tutto questo solo per un breve periodo, appena sei anni anche se ben documentati. Le possibilità di ricerca sono molte, e questo non è che l’inizio di un percorso che merita di essere approfondito.

  1. Alcune notizie sulla banda cittadellese sono rintracciabili nei volumi Carrellata storica sulla banda musicale di Alberto Golin (Quarto d’Altino, Rebellato, 1981) e Amore di una terra di Bino Rebellato (Treviso, Santi Quaranta, 1990). Alcuni cenni storici si trovano anche nel volume Veneto bandistico a cura di Gianni Mauli e Delio Vicentini (Verona, 1985).
  2. La precisione con cui Stangherlin teneva questi registri era notevole. Un esempio su tutti: con una nota in matita in calce al programma del concerto del 20 settembre 1953 il direttore precisa che «I Lombardi non sono stati eseguiti per mancanza del 1° Clarinetto solista, è stato eseguito Sogni Dorati».
  3. Ho riportato nomi e cognomi esattamente come battuti a macchina da Primo Stangherlin in ordine alfabetico (tranne un Oietro che è evidentemente Pietro), mentre negli elenchi i nomi sono disposti per numero di presenze. Le liste possono naturalmente contenere errori, come ad esempio i quattro Sicuro il cui cognome corretto è Securo: un programma di un concerto del 21 aprile 1984 nomina infatti Luciano Securo trombone solista in una Fantasia dall’opera Ernani di Giuseppe Verdi.
  4. Sul Teatro Sociale di Cittadella cfr. FRANCESCHETTO Gisla, Il Teatro Sociale di Cittadella, Cittadella, Romano Bertoncello Brotto, 1975 e SCALCO Lino, Nel segno della modernizzazione. Il Teatro Sociale, lo Spedale Civile, il macello comunale, in Storia di Cittadella, vol. 2, p. 603-618.